Supponiamo che un giorno decidiate di comprare un divano nuovo. Lo volete classico, a tre posti e di colore bianco. Andate da un negoziante, spiegate le vostre esigenze e questo vi dice che i divani classici e bianchi non fanno per voi, è meglio un divano grigio e moderno. Ma voi, a casa vostra, avete un arredamento classico, dove il divano moderno starebbe male. Allora spiegate gentilmente al negoziante che coi vostri mobili, il vostro pavimento e tutto il resto ci sta proprio bene un divano classico di colore chiaro. Il negoziante sembra quasi seccato che non ascoltiate i suoi preziosi consigli di stile, ma acconsente. Poi però vi manda via email un catalogo di divani moderni. Voi rispondete richiedendo il catalogo dei divani classici. Alla fine ve lo manda. Poi andate in negozio… e tenta ancora di proporvi il divano moderno. Ma no, caro signor negoziante. Io e mio marito è da anni che cerchiamo il divano bianco dei nostri sogni. Sappiamo noi cosa vogliamo. E niente, il negoziante dice che “avete informazioni sbagliate”. A questo punto, cosa fate? Cambiate negoziante o continuate ad andare da quello, nonostante non capisca assolutamente le vostre esigenze?
A me è capitato con la ginecologa attuale. Una a cui ho specificato fin dall’inizio che io non ero interessata alla PMA, magari al massimo avrei potuto tentare una IUI per vedere cosa succedeva. Lei no: stronca la IUI perché “è inutile”. Meglio passare subito alle maniere forti, ovvero a una FIVET. Ah, ma mettiamo in conto di dover fare più tentativi, mica ne basta uno, o magari due! A questa prospettiva, io e il marito decidiamo di evitare anche la IUI. Ma sì: non andiamo a impegolarci in altri giri in ospedali, farmaci, visite, eccetera, ché tanto nel nostro caso la possibilità che la PMA ci aiuti è bassa. Viviamoci la nostra vita, che è già abbastanza complicata così, senza aggiungere altri stress. Abbiamo le nostre motivazioni, insomma. Lo diciamo alla ginecologa, la quale invece di spiegarci perché lei ritiene che sia meglio fare una FIVET, ribatte con: “Voi avete preso questa decisione sulla base di informazioni sbagliate“. Non so chi, o che cosa, mi abbia trattenuto dal risponderle: “E allora me le dia lei, le informazioni giuste. Visto che lei sta giudicando senza sapere chi ha di fronte, non sa quanto sono informata e quali siano le mie motivazioni!”. Sono stata educata e le ho spiegato le nostre validissime e razionalissime ragioni. Pensavo che lei avesse capito, visto che ha fama di essere una che ascolta il paziente. Invece no: da quella volta, ciclicamente, ritorna fuori col discorso della FIVET. Non che spinga in quella direzione. Non lo fa perché è interessata ai soldi o disonesta. In quel caso potrei capire: avrebbe le sue motivazioni, poco oneste, ma le avrebbe. Lei è proprio una che va coi paraocchi. Non capisce quello che dici, e pensa sempre alla PMA. Punto. PMA come soluzione ultima di tutti i problemi. Se non fai la PMA —> allora non è vero che vuoi un figlio, o meglio, non lo vuoi abbastanza. Non sei disposta a fare dei sacrifici. Se invece lo vuoi, devi essere disposta a passare per la PMA e contemplare l’eterologa. Questo tipo di persona ottusa non concepisce che qualcun altro potrebbe essere cattolico e rifiutare la PMA. Non concepisce le mie motivazioni, che sono semplicemente quelle di evitarmi ulteriore stress. Non concepisce che la vita degli altri non ruota necessariamente ed esclusivamente intorno all’avere un figlio: ho un marito con un lavoro che lo porta a viaggiare molto, ho una carriera in costruzione, ho una gatta malata da accudire. La mia vita è piena di impegni e dobbiamo controllare il calendario per sapere quando possiamo fare all’ammmore. Vi pare che voglio aggiungere altra carne al fuoco? Vi pare che voglio vivere con lo sguardo puntato al calendario? Ma proprio no! E poi non voglio prendere medicinali inutili. E mi sembra palese che, se non ho patologie, tutti i medicinali sono inutili. E alllora perché un medico, che dovrebbe giudicare obiettivamente, non è capace di farlo? Oltretutto mi sono resa conto di una cosa: le donne ginecologhe non mi piacciono. Perché probabilmente quando vogliono un figlio perdono tutta la loro lucidità, vanno in loop mentale, e non concepiscono altro, soprattutto il fatto che tu, altro essere di sesso femminile, non voglia un figlio tanto quanto loro. Questa in particolare è così. Altrimenti non si spiegherebbe la quindicina di tentativi di PMA che ha fatto prima di “portarsi a casa” il suo bambino, come dice lei.
E quindi, cara venditrice di mobili, cambio negozio.